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Parità di genere nel settore assicurativo. Ancora troppo lontana

Insurance Finance Academy - Formazione Ivass

Con il Quaderno n. 22 del 24 gennaio 2022 Ivass affronta la problematica delle “Quote rosa” negli organi di governo societario delle compagnie italiane. Questo è un tema che tocca in realtà ogni settore della nostra società, non solo il mondo assicurativo e finanziario.

Troppo spesso analizzando le compagnie assicurative italiane risulta palese che la maggior parte delle imprese ha consigli di amministrazione in cui non vi sono donne, che i ruoli apicali di amministratore delegato e presidente sono soprattutto rivestiti da uomini e che le consigliere rappresentano, in media, meno di un quinto dei membri del board.

L’oggetto dell’analisi Ivass nel settore assicurativo

L’analisi svolta riguarda tutte le compagnie attive in Italia,  e si riferisce al periodo 31 dicembre 2015 – 31 dicembre 2019, periodo che comprende circa un ciclo di rinnovi completo degli esponenti aziendali e precedente la pandemia COVID, quindi non emergenziale.

In tale periodo la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle imprese è lievemente aumentata senza che vi siano stati effettivi interventi ad hoc a sostegno della diversità di genere nel comparto assicurativo. Piuttosto il dato nasce quale effetto della pressione sociale nei confronti del settore finanziario e assicurativo.

Lieve crescita, ma ancora non sufficiente.

Sono i dati a dare conferma che ancora poco si è fatto per avviare una effettiva inclusione di genere.

I ruoli rivestiti dalle donne nelle imprese di assicurazione

Vediamo quali sono le percentuali di crescita delle donne nei ruoli apicali:

  • presidente: 5% stabile nel periodo 2015-2019;
  • amministratore delegato: sale dal 5% del 2015 al 7% del 2019;
  • direttore generale: scende dal 9% del 2015 al 7% del 2019;
  • consigliere: sale dal 13% del 2015 al 21% del 2019.
La presenza femminile nel settore assicurativo

L’indagine rivela anche quale sia la presenza femminile nelle imprese di assicurazione italiane:

  • quotate(5 società nel 2015 e 4 nel 2019), alle quali si applica la soglia obbligatoria della Legge Golfo-Mosca (33% nel periodo di riferimento dell’analisi): maggiore risulta la presenza femminile nei consigli con riferimento sia al 2015 sia al 2019. In particolare, la quota di donne è pari al 27% nel 2015 e al 36% nel 2019, valori che replicano quelli legislativamente prescritti.
  • non quotate risulta raddoppiata nel periodo in esame, ma occorre sottolineare che si partiva da livelli di partenza molto bassi, per cui il gap di rappresentanza femminile da colmare risulta molto importante.

Occorre sottolineare inoltre che, purtroppo, in controtendenza, le cariche di amministratore delegato, presidente o direttore generale nelle assicurazioni quotate per entrambi i periodi considerati non erano rivestite da nessuna donna.

Nel Quaderno n. 22 su questo tema si legge “Questa circostanza fa supporre che la resistenza alla nomina delle donne nei board – che le ridotte percentuali di presenza femminile nelle imprese non interessate da previsioni prescrittive sul numero minimo di donne confermano – si traduce nell’ambito delle società quotate in una ancora maggiore impenetrabilità del c.d. soffitto di cristallo, che non consente alle donne di raggiungere i livelli apicali della scala gerarchica aziendale. Nelle non quotate, dove la presenza femminile sembra essere espressione di una scelta convinta della base sociale, la progressione delle donne ai vertici dell’azienda – pur restando limitata – appare numericamente più apprezzabile”.

Donne più giovani e più formate degli uomini

Dall’analisi sulle caratteristiche qualitative dei componenti i board emerge che le donne sono, in media,

  • più giovani dei colleghi uomini;
  • hanno spesso una preparazione accademica superiore agli uomini per titoli posseduti e formazione;
  • un curriculum professionale più diversificato, con maggiori esperienze esterne alle imprese di assicurazione.

Il confronto con la situazione delle società quotate, anche non regolamentate, sembra confermare questa supposizione. “Le analisi condotte sulle quotate (Profeta et al, 2018) rilevano il medesimo fenomeno di un incremento rilevante della presenza femminile nei consigli (anche al di là delle soglie obbligatorie) accompagnato da un miglioramento del livello di istruzione, riferito anche alla componente maschile, e da un abbassamento dell’età media. Nelle quotate (non assicurative) a questi mutamenti corrisponde anche un incremento, sia pure contenuto, nel numero di donne che rivestono il ruolo di presidente o amministratore delegato, fenomeno questo non rilevabile per le imprese di assicurazione quotate”, conclude il Quaderno.

Riteniamo che sia un quadro davvero interessante quello tracciato da Ivass in riferimento alla presenza delle donne nelle posizioni più strategiche e di rilievo nel settore assicurativo: la situazione delle “quote rosa” non è proprio “rosa” (…perdonateci il gioco di parole) ma almeno la tendenza è positiva.

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